Negli ultimi anni si sta facendo strada, accolta da meraviglia, una visione della biosfera in cui il concetto di prosperità risulta intimamente connesso a quello di reciprocità.

L’approccio neo-darwiniano nel quale predominava strutturalmente la competizione sta progressivamente lasciando il posto a una visione simbiotica e interdipendente tra i vari elementi che compongono il sistema della vita, nessuno escluso.

Tuttavia pare che Sapiens continui a chiamarsi fuori dal gioco ostentando per sé un ruolo speciale.

Quest’anno il tema della rassegna DI SANA PIANTA ruoterà intorno al selvatico, “luogo del mondo reale e fantastico” da salvare, temere, controllare, gestire, riscoprire, tenere a distanza, accogliere o lasciar andare. Luogo affascinante e inquietante dove si gioca la complessità del nostro rapporto con la natura.

giovedì 12 ott_26 ott_9 nov | ore 20:30

PORTO BURCI

Contrà dei Burci, 27 - Vicenza

Ingresso gratuito.
Consigliata la prenotazione a rassegna@disanapianta.org

IL SELVAGGIO E L'UMANO

Dalla contrapposizione alla contaminazione

TRE INCONTRI CON IL FILOSOFO ALFONSO CARIOLATO

La natura selvaggia è stata vista, dal Romanticismo in poi, come la via d’accesso dell’anima all’infinito mediante il sentimento e l’estasi. E tuttavia nell’Antichità il bosco, le paludi, le montagne e i laghi inaccessibili erano considerati figure del caos, luoghi del divino e del mostruoso. Si trattava, allora, di creare le condizioni affinché i fenomeni naturali incontrollati venissero inseriti nello spazio razionale così da permettere agli uomini di sottrarsi dall’abbraccio rattrappente del tutto.

L’esigenza era quella di portare luce nell’oscurità, dunque. Il selvaggio (e il selvatico) è da sempre legato all’ignoto, tanto che nella modernità si imporrà lo schema dualistico tra stato di natura (minaccioso e bestiale) e ordine politico della città (sicuro e pacifico).

Malgrado questo schema soggiaccia tuttora nei discorsi della contemporaneità, si percepisce sempre più forte l’esigenza di un approccio diverso al “selvaggio” che lo consideri più un’opportunità che un limite. Va da sé, infatti, che il rapporto con la selva definisce ogni volta l’umano e la sua relazione differenziale con l’ambiente, gli animali e i vegetali.

Scopri il proogramma completo sul sito disanapianta.org